Arte, fede, ecumenismo …… un’icona per Monopoli

Madia

La sacra icona su legno di area bizantina è conservata nella Basilica Cattedrale, sull’altare detto del Trionfo, in una posizione dominante all’interno della chiesa. Si tratta di un’odegitria, una delle diverse tipologie di icone mariane bizantine. Le icone, dal greco eikon che significa immagine, oltre ad essere molto spesso, come nel caso della Madia, delle stupende opere d’arte, non nascono con il fine di essere apprezzate esteticamente, ma con un alto valore simbolico e didascalico che deve indurre il fedele alla preghiera e alla meditazione. L’immagine, appunto, è ciò che rimanda a qualcos’altro. Questo il fine della Madonna Odegitria, in greco colei che indica la via, poiché con la mano indica il Bambin Gesù, via della salvezza per l’umanità. Il Bambin Gesù appare come un adulto in miniatura, vestito di abiti regali, con in mano il rotolo della vita. In questo caso, quindi, il realizzatore dell’icona, non aveva intenzione di esprimere tanto l’essere bambino del Cristo, quanto piuttosto il suo futuro destino di uomo giunto sulla terra con uno scopo ben preciso. L’abito regale, adornato di piccoli soli, testimonia la provenienza divina. La Madonna, dal canto suo, si “limita” semplicemente a sorreggere il bimbo con il braccio sinistro, mentre con la mano sinistra indica all’uomo la necessità di seguire gli insegnamenti del figlio se desidera raggiungere la salvezza….. L’autore/artista nel caso dell’odegitria, non vuole esprimere il rapporto madre/figlio, più evidente nella tipologia di icona mariana detta eleusa, finalizzata invece a sottolineare proprio la forza della maternità di Maria. Qui invece si vuole evidenziare il destino di sofferenza della Madonna e il manto scuro ne vuole essere un segno evidente. Nell’icona ritroviamo anche l’altro elemento tipico, le tre stelle (sul capo e sulle spalle della Madonna) che indicano la verginità di Maria prima, durante e dopo il parto altro dogma che si cercava di trasmettere ai fedeli attraverso la simbologia dell’immagine che, tra l’altro, viene realizzata in maniera tale da fornire allo spettatore la sensazione di essere guardato sempre negli occhi in qualunque posto si fermi per guardarla. Queste poche ma frettolose indicazioni vogliono far ricordare quanto fosse diverso il contesto culturale e religioso, bizantino, che diede vita a questa immagine e quanto forte debba essere il richiamo a leggere i messaggi in essa contenuta, piuttosto che ad apprezzarla solo dal punto di vista artistico.