Il culto dei santi Medici Cosma e Damiano a Monopoli

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Tra la fine di maggio e l’inizio di giugno (quest’anno il 4 giugno) hanno luogo a Monopoli i festeggiamenti in onore dei SS. Cosma e Damiano, noti anche come i SS. Medici, o Medici senza argento, venerati in città presso la chiesa di San Domenico, uno dei gioielli del barocco presenti nel borgo antico monopolitano. I festeggiamenti, organizzati dalla Confraternita di San Cataldo, rappresentano uno degli appuntamenti canonici della fede e della devozione popolare cittadina, anche se i SS. Medici annoverano un culto diffuso in altre zone della Puglia e del Meridione in generale. Lo stradone centrale di piazza Vittorio Emanuele II viene abbellito dalle luminarie, tipiche delle feste patronali dei nostri luoghi, mentre per le vie della città sono portate in processione le statue dei venerati Santi, unitamente a quella di S. Cataldo, accompagnate da tantissimi fedeli e da devote donne vestite di nero, scalze, con in mano un grosso cero. Le notizie in possesso circa la vita dei SS. Medici sono frammentarie e senza dubbio arricchite da devota fantasia, mentre ben poco dei racconti leggendari fioriti attorno alla loro memoria è storicamente documentabile. Di certo si sa che subirono il martirio a Kyros, in Siria, probabilmente durante la persecuzione di Diocleziano, agli inizi del secolo IV. La data del 27 settembre (che il nuovo calendario fissa al 26 in quanto la memoria di S. Vincenzo de’ Paoli è diventata obbligatoria) corrisponde verosimilmente alla dedicazione della basilica che papa Felice IV (526-530) fece erigere in loro onore nel Foro Romano. È importante ricordare che la ricca e storicamente importante famiglia fiorentina dei Medici li scelse entrambi come patroni, a motivo del nome, anche se nell’onomastica preferirono il primo dei due fratelli, Cosma o Cosimo. Si narra che fossero due fratelli, ma si tratta soltanto un’opinione fondata sulla leggenda a partire dal V secolo. Sempre dalla leggenda apprendiamo che i due fratelli “cacciavano tutte le infermitadi, non solamente da gli uomini, ma eziandio da le bestie, facendo tutto in dono”. Ecco perché vennero definiti “medici senza argento”. Per la loro professione vennero indicati come patroni dei medici e dei farmacisti. “Una sola volta – prosegue la leggenda Damiano, contravvenendo alla regola di carità, accettò la remunerazione di una donna da lui curata, di nome Palladia, e ciò provocò un severo rabbuffo da parte del fratello, che protestò di non voler essere sepolto accanto a lui, dopo la morte. Ci dovettero essere dei testimoni poiché dopo la loro decapitazione i cristiani pensarono di seppellire i loro due corpi alquanto lontani uno dall’altro, ma un cammello, assumendo voce umana, gridò a gran voce di riunire i due fratelli, poiché Damiano, accettando il modesto onorario da Palladia, l’aveva fatto in nome della carità, per non umiliare la donna”. Detto prodigio, tuttavia, non era che l’ultimo in ordine di tempo, visto che nel corso del martirio dei due fratelli, condannati alla lapidazione, le pietre rimbalzarono contro i persecutori. Ma non è tutto: posti al muro per essere saettati da quattro cavalieri, anche i dardi “tornavano adrieto e fedienne molti, ma a’ santi non faceano male veruno”. Si dovette ricorrere, pertanto, alla spada per la decapitazione, onore riservato ai cittadini romani, e soltanto così i due martiri, insieme con altri tre fratelli, poterono rendere la loro testimonianza a Cristo. Il culto, di origine orientale, molto diffuso nella nostra terra, è probabilmente retaggio della dominazione bizantina ed è attestato anche dalle numerose raffigurazioni dei SS. Medici all’interno delle cripte rupestri. Tra le caratteristiche della Festa dei SS. Medici, oltre alle tipiche bancarelle, vanno ricordati i Madonnari, i bravi artisti girovaghi che, con gessetti e spugnette, raffigurano i Santi sul manto stradale.

Cosimo Lamanna su Monopoli da Vivere – guida turistica della città di Monopoli