L’Organo storico della Chiesa Matrice di Polignano a Mare

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Prof. Domenico Morgante

L’Organo storico collocato nella Chiesa Matrice di Polignano a Mare (BA) dalle caratteristiche organologiche d’indubbio interesse, fu da me accuratamente studiato già a partire dalla seconda metà degli anni Settanta, e quindi pubblicato a più riprese in alcuni miei lavori musicologici degli anni seguenti; mi riferisco specificamente almeno a D. Morgante, Monumenti Musicali Polignanesi, Fasano, Schena Editore, 1985; e a D. Morgante, La Musica in Puglia tra Rinascite e Rivoluzioni, con Prefazione di Giorgio Pestelli, Bari, Fondazione “N. Piccinni”, 1991.
Nel primo dei due lavori citati non attribuivo alcuna paternità a questo strumento (definendolo ancora di “Autore Ignoto”); tuttavia collocavo la sua costruzione, basandomi su precisi elementi tecnici, al periodo compreso tra il 1680 e il 1719, dal momento che il Vescovo Mons. Pierantonio Pini ne parlava già nella sua Visita “ad Limina” del 30 novembre 1720. Successivamente, in base a miei studi ben più approfonditi su questo importante strumento (sollecitato soprattutto dal compianto amico fraterno Prof. Filippo Franco Favale), arrivai ad attribuire quest’Organo alla mano dell’organaro napoletano Pietro De Simone “senior”, che a mio parere lo avrebbe realizzato verso l’anno 1715 (cfr. D. Morgante, La Musica in Puglia […], cit., pp. 234 e sgg.). Negli anni seguenti riportai quindi alla luce importanti documenti inediti d’Archivio che attestano chiaramente come nell’anno 1758 – con una Conclusione Capitolare dell’agosto di quell’anno – fu ordinato che lo strumento fosse spostato dalla sua collocazione originaria (“sopra l’Altare del Santissimo Rosario”) per essere risistemato sopra la porta centrale d’ingresso, ciò affinché avesse una maggiore visibilità (come è detto nei documenti), ma anche, è il caso di precisare, in ossequio ai nuovi canoni estetici del secondo Settecento, che privilegiavano la collocazione degli Organi (e questo non solo in Italia) in posizione centrale su grandi cantorie all’ingresso dei sacri edifici. Pertanto i due cartigli che appaiono sul frontespizio dell’Organo, chiaramente sovrapposti alla decorazione originale della cassa (elemento che il restauratore, nonostante una mia tempestiva segnalazione, ha accuratamente, non si sa perché, sempre taciuto…) si riferiscono semplicemente all’anno dello spostamento (1759) e all’artefice della ricollocazione, Don Giuseppe Rubino, originario di Castellaneta (TA) ma attivo ad Acquaviva delle Fonti (BA) dove è documentata la presenza del suo atelier. Il Rubino non era nuovo a simili operazioni (e non è escluso che abbia potuto compiere anche qualche necessaria operazione di ricostruzione di elementi eventualmente danneggiati per via del mezzo secolo intercorso tra l’originaria costruzione e il suo successivo riposizionamento): difatti più o meno analoga situazione è documentata almeno a Molfetta (BA) nella Chiesa di San Bernardino (Organo di Francesco Tondo del 1600), dove tuttavia l’intervento del Rubino appare comprensibilmente assai più radicale per via degli oltre 150 anni che separano l’originaria realizzazione da parte del Tondo e il successivo rifacimento del tardo Settecento (1767) secondo princìpi estetici e soprattutto fonici ormai sensibilmente differenti (soprattutto in merito a intonazione e accordatura).
In conclusione, quindi, e semplicemente per pura precisione storica, la costruzione dell’Organo della Chiesa Matrice di Polignano a Mare va riferita a Pietro De Simone “senior” (secondo la mia circostanziata attribuzione), che lo realizzò verso l’anno 1715, collocandolo sopra l’Altare del Santissimo Rosario; successivamente, nel 1759, su richiesta del Capitolo Cattedrale, l’organaro Giuseppe Rubino smontò questo strumento per riposizionarlo sulla porta centrale d’ingresso della chiesa, ingenerando con quegli apocrifi cartigli un equivoco che dura ancora oggi soprattutto per chi non abbia un’adeguata conoscenza di ordine storico e organologico di queste non certo semplici “faccende”.

Domenico Morgante