Monopoli e l’antico castello “normanno – svevo”

L’antico castello “normanno – svevo”

Monopoli aveva già avuto un suo castello “normanno – svevo” che si ergeva in tutta la sua imponenza nel luogo dove oggi si trova il Palazzo Vescovile. Pare che fosse talmente maestoso da far dire agli studiosi dell’epoca che “pareva come un capo in un corpo nano, pareva fosse posto sopra le spalle della città”, proprio perché il castello era sproporzionato nelle sue dimensioni rispetto all’estensione della città. Detto castello il 6 agosto dell’anno 1414, durante il regno della Regina Giovanna II appena succeduta al defunto fratello Re Ladislao, venne incendiato e distrutto dai monopolitani che l’assaltarono all’improvviso, approfittando del momento propizio di successione al regno. Il gesto, secondo la leggenda, si verificò perché gli abitanti erano stanchi delle angherie del castellano, il quale al mattino tardava ad aprire le porte di ingresso alla città, lasciando la gente fuori dalle mura, al freddo e al vento. Così i ribelli decisero di vendicarsi uccidendo suo figlio. Per gli storici, comunque, il Castello rappresentava il dispotismo regio, attaccato e travolto in quella occasione da un vero e proprio moto popolare. Oggi rimangono solo due pregiate finestre che si affacciano all’inizio di Via Barbacana. La finestra superiore presenta una bifora (anche se manca la colonnina si vedono i due archetti) ed è incorniciata da un motivo a foglie; invece la finestra in basso presenta una pianta stellare. Nella zona, inoltre, si apriva la Porta Castri.