Tesori e misteri dell’antica Egnazia

egnazia

Situata tra Monopoli e Fasano, Egnazia, è sicuramente uno dei siti archeologici più importanti della Puglia, molto conosciuto anche anche all’estero. Egnazia (nome greco Gnathia) è di origine messapica e il più antico insediamento risale addirittura all’età del bronzo (XIII – XII sec. a. C.). Della civiltà messapica è conservato presso il museo uno dei reperti tipici, la “trozzella”, un vaso dalle caratteristiche particolari. In età romana la città era attraversata dall’antica via Traiana, così chiamata poiché l’imperatore Traiano la fece pavimentare con lastre di pietra ancora oggi perfettamente conservate e che riportano i segni dei carri che l’attraversarono in quei tempi di forti traffici economici, dovuti anche all’importanza e alla funzionalità del porto della città, intorno al quale ruotarono le sue fortune e le sue sfortune. Il porto aveva la forma di una mascella (in greco gnathia, da cui forse deriva il nome della città) ed oggi è sommerso a seguito del fenomeno denominato bradisismo, consistente in un periodico abbassamento (bradisismo positivo) o innalzamento (bradisismo negativo) del livello del suolo, relativamente lento sulla scala dei tempi umani (normalmente è nell’ordine di 1 cm per anno) ma molto veloce rispetto ai tempi geologici. Esso non è avvertibile in se stesso, ma riconoscibile visivamente lungo la riva del mare, mostrando la progressiva emersione o sommersione di edifici, coste, territori. Di certo si sa che con la caduta dell’Impero Romano la città conobbe una progressiva decadenza, anche perché si trovava continuamente esposta alle incursioni barbariche (si pensa che la città possa essere stata distrutta dai barbari di Totila) motivo per cui i suoi abitanti fuggirono progressivamente nell’entroterra dando vita a quella che è stata definita Civiltà Rupestre: veri e propri centri abitati con chiesa, frantoio e abitazioni si svilupparono nell’agro monopolitano, nelle lame, che garantivano protezione agli abitanti in un periodo in cui, ormai, non c’era l’esercito romano a proteggerli. La scoperta del sito archeologico è stata casuale ed è stata opera degli eserciti stranieri, che hanno saccheggiato notevoli quantità di reperti archeologici portandoli nelle loro nazioni: per questo oggi si ha una visione planimetrica della città, che si estende su una superficie di 40 ettari, dei quali soltanto il 10% è stato scoperto. Il restante 90% è ancora sconosciuto. La parte più “recente” di Egnazia è l’insediamento medievale, nel punto più alto della città, l’Acropoli, circondata da poderose mura, che sono state oggetto di un accurato lavoro di recupero e di sostegno poiché‚ stavano subendo un lento scivolamento verso il basso. Nel sito archeologico è possibile ammirare l’Anfiteatro, con sacello delle divinità orientali (nel museo ne è conservato l’originale e anche la testa del dio Attis, che doveva far parte di una statua veramente ben fatta). Scoperte anche due Basiliche cristiane, una delle quali è stata definita Episcopale e la cosiddetta “Tomba delle melegrane”, definita così perché‚ nella parte alta del muro è corredata dalle melegrane, il frutto dell’oltretomba. Affascinante è anche il “Criptoportico”, grosso sotterraneo che si pensa possa essere stato un granaio pubblico, anche se esistono dubbi a riguardo. Altra parte importante della città è la “Necropoli” in cui troviamo le tombe a fossa, destinate ad i poveri, mentre le tombe a semicamera appartenevano al ceto medio. Nel museo è conservato, in ottimo stato di conservazione, il “Mosaico delle 3 Grazie”, noti personaggi mitologici: il mosaico faceva parte del pavimento della Basilica Civile, cioè il Tribunale. Sempre all’interno del museo troviamo oggetti in ceramica, detta ceramica tipo gnathia, scene di un banchetto funerario. Si deve dire che Egnazia non fu una città della Magna Grecia, i Messapi hanno guerreggiato con le città della Magna Grecia, ma con esse hanno avuto importanti scambi culturali. Molto raffinata era anche la lavorazione del vetro. Recenti studi e scavi condotti all’interno del sito, hanno messo in luce un interessantissimo impianto termale proprio lungo la via Traiana.

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Cosimo Lamanna