Nascosta in una lama a Monopoli, la chiesa dei Santi Andrea e Procopio

All’interno della Lama dell’Assunta, in zona Capitolo di Monopoli, è ubicato uno dei più interessanti insediamenti rupestri di Monopoli, costituito da una grotta-chiesa affrescata, posta in posizione isolata rispetto al resto del sito, e da una serie di grotte adibite ad abitazioni, frantoi, stalle e spazi lavorativi. Il sito, risalente all’Alto medioevo, si snoda lungo i costoni della lama. Per accedervi è necessario chiedere l’autorizzazione ai proprietari, che abitano nella Masseria Rosati, sovrastante la lama. Questo luogo, “hoc templum” come si legge nell’epigrafe latina riportata sull’entrata principale, venne progettato impostato e scavato dal maestro costruttore e diacono Giovanni, aiutato dal presbitero Radalberto, suo figlio, secondo la tecnica dell’architettura in negativo.  L’opera ebbe dei committenti, alcuni nobili proprietari della zona: Giovanni, l’abate Alfano, Pietro e Paolo, e l’autorizzazione dell’allora arcivescovo di Bari Pietro.  La chiesa venne inaugurata il 2 novembre e dedicata a S. Andrea Apostolo e San Procopio Martire , ma l’iscrizione no ne indica l’anno; La sua edificazione, tuttavia, è da collocarsi  tra il 1065 e il 1093, periodo in cui Bari ebbe un arcivescovo di nome Pietro. Di certo esisteva già nel 1180, come attesta la Bolla papale di Alessandro III. Si tratta di una chiesa a doppia navata, con iconostasi litoide e doppio transetto, che divide il naos, zona riservata ai fedeli, dal bema, zona riservata al clero. All’interno si accede per mezzo di un’entrata a triforium, con ingresso centrale più grande rispetto a quelli laterali. Tra gli affreschi sopravvissuti all’incuria e agli effetti del tempo, troviamo San Giorgio a cavallo, resti di affresco di Sant’Antonio Abate, un S. Eligio vescovo, protettore dei maniscalchi,  i Santi Cosma e Damiano, scene dell’Annunciazione, Deesis e Trinità, Crocifissione, Madonna in trono tra Santi, SS. Pietro e Paolo e San Leonardo segno inequivocabile della presenza benedettina in un luogo dall’originaria impostazione ortodossa.